Per patologie infiammatorie del sistema nervoso centrale (SNC) si intendono dei processi infiammatori dell’encefalo e del midollo spinale che si possono riscontrare sia nel cane che nel gatto, soprattutto nei soggetti giovani.
Si tratta di patologie comuni, per quanto ancora non del tutto chiare al mondo scientifico, gravi ed in cui la tempestività del trattamento è d’obbligo.
Come si classificano?
Le malattie infiammatorie del SNC si possono classificare, in base all’area che l’infiammazione coinvolge, come segue:
- meningite, se coinvolge le meningi
- encefalite, se coinvolge il tessuto cerebrale
- mielite, se coinvolge il midollo spinale
- possibili combinazioni di tali localizzazioni (meningoencefalite, meningomielite e meningoencefalomielite).
Un’altra classificazione invece riguarda l’eziologia, ovvero si basa sulla cause che possono determinarle.
Quali sono le CAUSE che possono determinarle?
Una fondamentale distinzione va fatta tra cause infettive e non infettive. Le infiammazioni del SNC infatti possono essere scatenate da microorganismi quali virus, batteri, protozoi e parassiti, oppure essere dovute a comportamenti anomali del sistema immunitario che provoca reazioni autoimmuni e/o immunomediate. Sembra che tali comportamenti anomali possano essere influenzati da fattori ambientali e predisposizione genetica.
Le infiammazioni del SNC che non sono di natura infettiva vengono definite MUO (meningoencefalomieliti di origine sconosciuta) e ne sono stati identificati diversi tipi in base al tipo di infiammazione o all’area che coinvolgono: (meningo-arterite steroido responsiva, meningoencefalite eosinofilica, meningoencefalomielite granulomatosa, encefalite necrotizzante).
Come si manifestano?
Come molte malattie del sistema nervoso rispondono alla regola secondo la quale i segni clinici dipendono dall’area nervosa coinvolta. Pertanto le infiammazioni del SNC possono aver un ampio ventaglio di manifestazioni, da cecità a crisi epilettiche, da dolore alla schiena a difficoltà deambulatorie. Difficilmente si ha un solo deficit neurologico in quanto le infiammazioni tipicamente coinvolgono più aree del SNC.
I segni clinici sono spesso altalenanti, tendenzialmente progressivi e con esordio subdolo.
Sono contagiose?
La contagiosità dipende dalla causa che le determina. Le infiammazioni non infettive non sono mai contagiose, quelle causate da agenti infettivi in alcuni rari casi possono essere contagiose ma lo stesso agente infettivo non sempre determina gli stessi segni clinici nel soggetto contagiato.
Il contagio in ogni caso riguarda solo individui della stessa specie, quindi non interessa l’uomo, che può stare senza indugi a contatto con un animale che presenta questa malattia.
Ci sono razze predisposte?
Sì, sembra che alcune razze canine abbiano un predisposizione a sviluppare infiammazioni del SNC. Tra queste annoveriamo Yorkshire Terrier, Chihuahua, Carlino, Bulldog Francese, Maltese, Pechinese, Shih Tzu, West Highland White Terrier, Coton di Tulear e Griffone di Bruxelles.
Più in generale sembra che tali patologie si manifestino in maniera più frequente nelle razze toy.
Come si possono diagnosticare?
Non è possibile avere una conferma diagnostica ante mortem, in quanto sarebbe necessario effettuare una biopsia delle lesioni, tuttavia si può emettere un sospetto di patologia infiammatoria attraverso un’accurata visita neurologica, seguita inevitabilmente da studio di risonanza magnetica dell’area localizzata dal neurologo ed esame del liquido cefalorachidiano.
In alcuni casi è opportuno effettuare inoltre i test per l’esclusione delle malattie infettive.
Che prognosi hanno? Esiste un trattamento?
Indipendentemente dai riscontri clini e strumentali le malattie infiammatorie del SNC costituiscono malattie gravi e i dati relativi alla prognosi sono spesso in conflitto. Tuttavia sembra che i soggetti giovani trattati entro una settimana dall’insorgenza dei segni clinici abbiano maggiori probabilità di sopravvivenza, pertanto è importante agire in fretta.
I trattamenti dipendono dalla causa, nelle forme infettive è necessario sconfiggere il microorganismo responsabile della malattia con farmaci specifici, nelle forme non infettive invece bisogna attuare una terapia che moduli l’attività del sistema immunitario.
Quest’ultima spesso è costituita da più di un farmaco, ha una previsione di durata lunga e necessita di controlli clinici ed ematici periodici.
La risposta è molto soggettiva e i farmaci utilizzabili sono numerosi, tuttavia circa il 30% dei cani non risponde adeguatamente e può peggiorare inesorabilmente. Per fortuna alcuni soggetti invece possono anche raggiungere una guarigione completa e dimenticare il problema per il resto della vita.
Per questo non bisogna perdere la speranza e mantenere un contatto continuo con il medico di base e il neurologo specialista, tenendoli aggiornati sull’andamento clinico e la presenza di eventuali effetti collaterali imputabili alla terapia.